Gli Artisti
- Agostino Arrivabene
- Enzo Bellini
- Flavia Belò
- Mario Benedetti
- Sandro Bracchitta
- Renato Bruscaglia
- Gino Carrera
- Livio Ceschin
- Mario Chianese
- Teodoro Cotugno
- Luca Crippa
- Giampaolo Dal Prà
- Enrico Della Torre
- Pietro Diana
- Franco Dugo
- Pino Finocchiaro
- Federica Galli
- Vincenzo Gatti
- Calisto Gritti
- Rossano Guerra
- Gabriella Locci
- Trento Longaretti
- Renzo Margonari
- Elena Mezzadra
- Bruno Missieri
- Giulia Napoleone
- Cesare Paolantonio
- Antonio Pesce
- Paolo Petrò
- Walter Piacesi
- Giancarlo Pozzi
- Roberto Rampinelli
- Alberto Rocco
- Sergio Saccomandi
- Sergio Saroni
- Roberto Stelluti
- Guido Strazza
- Luigi Timoncini
- Togo (Enzo Migneco)
- Roberto Tonelli
- Girolamo Tregambe
- Valter Valentini
- Giancarlo Vitali
- Luigi Volpi
Walter Piacesi
Walter Piacesi è nato ad Ascoli Piceno nel 1929.
Dopo un primo periodo vissuto ad Ancona, si trasferisce nel 1948 ad Urbino e frequenta l’istituto di Belle Arti, dove in seguito sarà titolare della cattedra di calcografia; nei primi anni ’70 ad Urbino presso il medesimo Istituto terrà i Corsi Internazionali di Tecniche dell’Incisione.
Nel 1975 è insegnante di Tecniche
dell’Incisione
all’Accademia di Belle Arti di Firenze, dove
rimarrà fino
all’82.
Oltre all’insegnamento Piacesi esplica sin dalla
metà
degli anni ’50 un’intensa attività
pittorica e
incisoria a livello nazionale e internazionale. Creatività,
spirito d’osservazione e agilità grafica sono
insiti in
lui, di loro si serve per cogliere ogni aspetto della vita attuale,
moderna; disegnare è una necessità, un modo
semplice e
diretto per approfondire e comprendere l’animo umano e
l’essenza delle cose; ha disegnato, dipinto e inciso,
periferie,
paesi, animali, uomini e cose conosciute e amate da sempre, qualsiasi
motivo esaltasse la sua immaginazione o gli suggerisse una
storia.
Un elemento dominante, in Piacesi, è l’esaltazione della donna, unica nel suo genere, e messa in risalto in ogni suo aspetto: morbida, vissuta, sbarazzina, discinta, lasciva e civettuola ma mai volgare: pur rappresentandola in tutte queste vesti non tralascia, anzi quasi paradossalmente esalta, la fragilità dell’essere umano in quanto donna e la pienezza della sua femminilità.
Osservatore garbato della realtà che lo circonda, riesce a cogliere col segno e col colore situazioni di estremo disagio, raccontate nelle aule dei tribunali o nell’amore pagato, tristezze di una certa quotidianità che a volte ritrova tra la gente o negli innamorati, un vissuto da cui cogliere le contraddizioni, con la capacità di riscattarle solo attraverso l’ironia. Significativo è il fatto che l’opera di Piacesi abbia avuto fervidi consensi oltre che dai più esigenti critici, da scrittori e poeti come Libero Bigiaretti, Leonardo Borgese, Carlo Bo, Mario De Micheli, Dino Carlesi, Enzo Carli, Renato Civello, Alfonso Gatto, Giuseppe Mesirca, Raffaele Monti, Nantas Salvalaggio, Vittorio Sgarbi, Mario Pomilio, Luigi Santucci, Antonello Trombadori, Marco Valsecchi, J. Pierre Jouvet, solo per citarne alcuni.
In mostre personali e collettive Piacesi ha esposto fin dal
1952 ottenendo numerosi riconoscimenti.
Titolo: “le viole del pensiero”
Tecnica: acquaforte
lastra: mm. 345 x 230
carta: cm. 70 x 50
Tiratura: 50 + V + 5 p.a.